Riunione del Comitato Esecutivo di IndustriAll Europe a Stoccolma il 24 e 25 maggio

di Chiara Romanazzi

Il 24 e 25 maggio di quest’anno si è svolta a Stoccolma la prima riunione in presenza del Comitato Esecutivo di IndustriAll Europe dopo 3 anni. La riunione si è aperta con l’intervento del ministro degli Affari esteri svedese, Ann Linde, che si è concentrata sulla difficoltà del periodo che stiamo vivendo, in cui la libertà, il futuro e la sicurezza vengono minacciati dall’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina con un impatto anche sul mercato del lavoro ucraino. Ha inoltre evidenziato il forte legame che c’è tra democrazia e pace: le democrazie raramente vedono conflitti internazionali e se la Russia avesse avuto un livello democratico come 20 anni fa questa guerra non sarebbe avvenuta. Ha anche affrontato la decisione della Svezia e della Finlandia che hanno chiesto di entrare nella NATO, abbandonando quindi la loro storica neutralità, poiché in questo periodo non si sentono al sicuro.
Linde ha illustrato l’impegno del Governo svedese in tutto il mondo per rafforzare il diritto del lavoro, con l’attuazione di missioni attuate grazie all’impegno di 12 ambasciatori svedesi che hanno intensificato il dialogo sociale e affrontato il tema dell’uguaglianza di genere attraverso dei seminari in alcuni Paesi come il Bangladesh; ha infine dichiarato che il governo svedese vuole che le imprese rispettino i diritti umani, che considerino importante il dialogo sociale, che rafforzino il diritto alla contrattazione collettiva e il diritto di associazione.

INTERVENTO DI SHARAN BURROW

Ai lavori è intervenuta con un video messaggio Sharan Burrow, Segretario generale del sindacato confederale mondiale CSI che ha elencato le sfide che devono affrontare i lavoratori e i sindacati: le disuguaglianze nel mondo che esistevano già prima del covid e che a seguito si sono ulteriormente aggravate, l’emergenza climatica, lo sfruttamento dei lavoratori, la transizione che deve essere giusta, l’inflazione del costo delle materie prime energetiche culminato con il conflitto in Ucraina, il rischio di carestie in molti Paesi del mondo. Ha infine ricordato l’importanza di salute e sicurezza sul posto di lavoro, dello Stato di diritto, della due diligence delle imprese e la richiesta di un fondo per la protezione sociale.

LA POSIZIONE DI INUSTRIALL EUROPE
Nei loro interventi, il Segretario generale di IAE Luc Triangle e il presidente Michael Vassiliadis, hanno sottolineato l’importanza di dover collocare i rifugiati ucraini nei vari Paesi europei sul mercato del lavoro, per evitare che siano manodopera di buon mercato.
Judtih Kirton Darling, Segretario generale Aggiunto di IAE, è intervenuta sull’argomento dell’aumento dei prezzi delle materie prime, avvenuto già da prima della guerra. Il ritmo e l’entità dell’aumento dei prezzi hanno un grande impatto su famiglie e cittadini che non sono più in grado di far fronte all’aumento. I lavoratori sono maggiormente esposti alla cassa integrazione e ad orari di lavoro ridotti. Il conflitto in Ucraina ha portato a galla la nostra dipendenza dalla Russia di combustibili fossili, che ora ci vede però dipendenti dalle importazioni provenienti da Stati Uniti, Nord Africa e Medio Oriente (in queste due ultime aree geografiche i diritti umani non vengono rispettati). Vista la situazione, è urgente che l’Europa prenda subito decisioni e che punti sull’energia rinnovabile.
Riguardo invece al lancio della scorsa settimana della strategia energetica europea REPOWER EU diventa assolutamente necessario inserire la dimensione sociale. Ad aprile di quest’anno si è registrata un’inflazione record nell’Eurozona del 7.5%, con il picco registratosi in Lettonia (del 19%) per quanto riguarda l’UE, e del 70% in Turchia già prima dello scoppio della guerra. Si è registrato un aumento dei prezzi dell’energia del 44.7% (con la previsione che resteranno alti anche nei prossimi anni) ed un aumento dei prezzi degli alimentari del 7.8%.

INDUSTRIALL COMPIE 10 ANNI
In occasione di questo comitato Esecutivo abbiamo anche celebrato il decimo anniversario di fondazione di IndustriAll Europe. Il 16 maggio 2012, infatti, è avvenuto il congresso di fondazione delle 3 categorie europee del settore metalmeccanico, chimico e tessile. È stato un passo rivoluzionario con molte opportunità, ma anche con molti rischi perché sono state unite tradizioni e culture diverse. Nell’attuale contesto dove il dialogo sociale è importante per proteggere i posti di lavoro, il gruppo dirigente del sindacato industriale europeo si ritiene soddisfatto della scelta effettuata.
Al dibattito è intervenuto anche Karl-Petter Thorswaldsson, ministro svedese per l’Industria, Business e Innovazione che ha definito il proprio Paese all’avanguardia, dove i prezzi energetici sono bassi rispetto al resto d’Europa e si effettuano grossi investimenti in aziende che assumeranno nuova manodopera in vista della transizione energetica. A tal proposito ha fatto l’esempio della creazione di uno stabilimento Volvo a Gotenburg, così come altri stabilimenti in Svezia, con cui il Paese nordico si appresta a diventare un grande produttore di batterie per autoveicoli elettrici. Si stima, infatti, che questo stabilimento produrrà 150 milioni di batterie all’anno.

L’INDUSTRIA SVEDESE
Anche Marie Nielsson, rappresentante del sindacato svedese IF METALL, è intervenuta nel dibattito per mostrare l’evoluzione svedese nel settore automobilistico. La multinazionale SKF ha iniziato a digitalizzare la sua produzione a Gotenburg, diventando una delle aziende più competitive. Il passaggio alla digitalizzazione è avvenuto senza alcun licenziamento nei confronti dei lavoratori garantendo quindi sia il livello salariale che produttivo, grazie alla collaborazione tra aziende e sindacati, ma anche grazie all’accesso delle piccole e medie imprese nei progetti di Stato per gli investimenti nella produzione verde. L
a Svezia inoltre possiede diversi tipi di fonti di energia verde: dall’idrogeno al silicio e al magnesio. Queste ultime utili per la produzione di batterie riciclabili. Per il sindacato svedese tutta la transizione si farà con l’elettricità, la cui produzione può aumentare, a loro avviso, con la costruzione di mulini eolici offshore, il cui costo rappresenta 1/3 di quello delle centrali nucleari. Inoltre, è stato evidenziato come nel 1980 bisognasse costruire 2mila pale eoliche per produrre energia pari a quella prodotta da una centrale nucleare, attualmente ne bastano 75 per equiparare la quantità dei due tipi di produzione energetica. Tuttavia, a loro avviso, le centrali nucleari dovranno essere ancora conservate per i prossimi 25/30 anni.
Un’altra fonte energetica preziosa per la Svezia è l’elettricità idraulica, presente soprattutto a Nord del Paese e che rappresenta un connubio fantastico fra l’idraulico e l’elettrico.
Riguardo alle competenze, l’anno scorso è stato firmato un accordo quadro per l’intero Paese e sono stati investiti 900 milioni di euro per il biennio 2020-2022.

LA NORVEGIA
In Norvegia, attualmente vi sono delle strategie nazionali per aumentare le stazioni di ricarica per le auto elettriche. Le montagne norvegesi sono considerate un’importante fonte di nichel e di litio per eseguire la rivoluzione verde, mentre nel Sud Europa dobbiamo porci concretamente la domanda su come diventare indipendenti dall’importazione delle materie prime.
Sempre in Norvegia, è presente un programma chiamato “Robot Leaf” per le piccole e medie imprese al fine di affrontare rapidamente i cambiamenti nell’industria. Questo programma ha l’obiettivo di raggiungere un riciclaggio sostenibile del 99% delle batterie utilizzate, con l’utilizzo di robot che saranno addestrati per smontare le batterie delle auto elettriche. Le autorità stanno lavorando a una massiccia campagna commerciale tesa a finanziare la ricerca robotica per far fronte all’aumento dell’età media della popolazione. La Norvegia inoltre è un grande esportatore di gas e petrolio ed è in atto una discussione nazionale per estrarre la Co2 dal gas per poter esportare idrogeno blu.

PARI OPPORTUNITA’
All’interessante dibattito ha preso parte anche Eva Nordmark, ministro svedese dell’Occupazione e delle Pari opportunità che ha ricordato come a gennaio del prossimo anno la Svezia avrà la presidenza dell’Unione europea e ha annunciato che ci saranno importanti iniziative sul dialogo sociale.
Il suo intervento si è concentrato principalmente sul lavoro tripartitico svolto da parte del Governo svedese insieme alle Parti Sociali e ha dichiarato che durante la pandemia da Covid 19 è stato firmato un accordo per la riduzione dell’orario di lavoro che ha permesso di salvare 700mila posti di lavoro in Svezia.
Inoltre, sempre il Svezia c’è un forte flusso di immigrati che non hanno competenze e che sono disoccupati da molto tempo. Il Ministro ha annunciato che il Governo svedese sta cercando di creare dei posti di lavoro definiti «entry jobs» cioè per i quali non sono necessarie competenze specifiche, per impiegare queste persone a lungo periodo piuttosto che dar loro un sussidio.

GIUSTA TRANSIZIONE
I lavori del Comitato esecutivo sono poi proseguiti con la discussione del lancio del Manifesto sulla Giusta Transizione effettuato da IndustriAll Europe il 17 e 18 maggio scorso e di cui vi ho parlato nel precedente numero di Fabbrica Società. Tra i vari documenti, abbiamo discusso e approvato quello su “Giusti salari per una giusta ripresa”. Nel documento viene trattato il tema dell’inflazione che è salita alle stelle causando l’erosione del potere d’acquisto in Europa, poiché non è determinata dall’aumento degli stipendi, ma dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Si è anche parlato di Intelligenza Artificiale. È assolutamente necessario capire come si deve gestirla sul posto di lavoro, come regolamentare il ruolo che deve svolgere il garante della privacy in merito alla gestione dei dati dei lavoratori.
Infine, abbiamo discusso di un importante appuntamento del sindacato industriale europeo: la Conferenza di metà mandato che si svolgerà a Salonicco dal 30 maggio al primo giugno del prossimo anno.
Il terzo congresso di IndustriAll Europe avrebbe dovuto svolgersi proprio a Salonicco nel 2020, ma ovviamente a causa della pandemia è stato poi svolto da remoto. Pertanto, poiché il terzo congresso di IndustriAll Europe ha approvato un piano d’azione a breve termine di soli due anni (2021-2022) a causa degli eventi imprevedibili che si stanno presentando, nella Conferenza di metà mandato verrà discusso e approvato il piano strategico del sindacato europeo 2023-2024.

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