L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

continuano le mobilitazioni messe in campo da Cgil Cisl e Uil nelle varie regioni d’Italia per far modificare la legge di Bilancio il cui iter parlamentare è iniziato i primi di novembre. Anche questa, come da copione, non ha tenuto in considerazione le proposte all’interno della piattaforma sindacale elaborata dalle nostre confederazioni.

I tre Segretari hanno continuato a insistere per essere convocati da Draghi, ma quelli che si sono tenuti sono stati appuntamenti deludenti, l’ultimo in particolare si è concluso senza alcun aggiornamento concreto e questa è la dimostrazione che lo strumento messo in campo è blindato e che il percorso per l’approvazione è solo formale. 

Riteniamo che la divisione di 1 miliardo per l’Irap e 7 per l’Irpef sia non condivisibile e discriminatoria. Non c’è stata, inoltre, nessuna apertura per quanto riguarda la modifica del sistema pensionistico e questo è un problema. Consideriamo grave l’atteggiamento dell’Esecutivo che continua a ignorare le mobilitazioni che ormai da alcune settimane stanno riempiendo le piazze italiane e questo accentua un sentimento di sfiducia nei confronti delle istituzioni tutte. 

Oltre a partecipare alle iniziative di Cgil Cisl e Uil, noi abbiamo continuato ad affrontare le vertenze che purtroppo non riescono a essere risolte e che riguardano la nostra categoria. Non abbiamo ricevuto alcuna convocazione dal Mise dopo la manifestazione del 10 novembre su ex Ilva ed ex Lucchini; per quanto riguarda il tavolo dell’auto, Stellantis, non abbiamo avuto la possibilità di avere un incontro per affrontare il calo di mercato del 37% e i problemi legati all’indotto.

Continuano le preoccupazioni anche per quanto riguarda Leonardo. A fine mese è stata annunciata l’ultima data per la vendita di Oto Melara e Wass e non si intravedono soluzioni, né proposte credibili e piano industriale per quanto riguarda aerostrutture ed è per queste ragioni che si è decisa la prima mobilitazione in assoluto dalla costituzione di Leonardo, ma forse a memoria anche di Finmeccanica. Questo significa che sarà importante per costringere il Governo e Leonardo a prendere atto che la situazione che si è determinata non è più rinviabile, occorre mettere in atto una strategia che salvaguardi gli asset più strategici del Paese e dei 30mila posti di lavoro diretti. Di questa iniziativa parleremo più approfonditamente nel prossimo numero.

Siamo entrati nell’ultimo mese dell’anno e purtroppo i dati pandemici continuano a farci preoccupare. Da ultimo la nuova variante Omicron, che ancora non conosciamo bene, ma che ha già fatto ingresso nel nostro Paese anche se al momento con numeri limitati. Questo ha accelerato il processo di vaccinazione sulla terza dose (booster) e sulla possibilità del vaccino agli under 12.

Dall’altro lato si registrano dati incoraggianti dal punto di vista della crescita del Pil che ha superato il 6% e si prevede un andamento positivo anche nel 2022 e 2023. C’è però una preoccupazione che si è innescata da parecchie settimane che è questa spinta inflattiva determinata dall’incremento spropositato del prezzo delle materie prime, dei trasporti e della luce. Un’inflazione che ormai sfiora il 4% determinando la perdita del potere di acquisto al di fuori da qualsiasi normalità. I prezzi alle stelle comprimono i consumi e rischiano di vanificare anche l’opportunità delle festività natalizie.

Come dicevo all’inizio, siamo in attesa di conoscere quali saranno le iniziative che Cgil Cisl e Uil vogliono mettere in campo per poter modificare almeno su alcuni punti la legge di Bilancio. 

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