L’Editoriale

Cari lavoratori, 

i contagi da Coronavirus continuano a crescere, le misure adottate da Governo e presidenti di Regione al momento sono riuscite a frenare solo di poco la seconda ondata che sta investendo il Paese. 

È inutile sottolineare quanto le due fasi della pandemia siano diverse tra loro, non tanto per la forza del virus, quanto per la difficoltà dei cittadini di doversi convincere ancora a cedere quote di libertà individuali.

Purtroppo il virus corre veloce in tutto il territorio nazionale ed è chiaro come al Sud, e in modo particolare in Calabria dove i contagi non sono eccessivamente alti, emerge con drammaticità l’inadeguatezza del sistema sanitario nazionale e la carenza di ospedali, terapie intensive e, soprattutto, personale sanitario.

Nonostante la decisione di suddividere il Paese in zone, col passare dei giorni si sta sostanzialmente andando verso una graduale uniformità di tutte le Regioni al colore “rosso”, quello ritenuto più allarmante sul fronte della gestione a livello sanitario.

Notizie positive arrivano sul fronte del vaccino a cui diverse case farmaceutiche stanno lavorando, che pare potrebbe arrivare in tempi record e questo genera sospiri di sollievo e speranza.
Tuttavia, nella migliore delle previsioni si parla comunque di molti mesi e restano una serie di incognite su approvvigionamento, conservazione e distribuzione del vaccino stesso.  

Proprio in questi giorni si parla inoltre della sperimentazione di test rapidi fai-da-te che, se realmente efficaci, uniti ai provvedimenti adottati, potrebbero essere utili ad allentare la pressione sui laboratori e farci vedere qualche risultato. Le stesse Istituzioni sanno bene che gli ospedali non riuscirebbero a far fronte a una nuova impennata di contagi. 

Come ho già detto nei giorni scorsi, i protocolli aziendali a cui abbiamo lavorato durante la prima ondata continuano a funzionare e a contenere i contagi nei luoghi di lavoro. Ciò nonostante c’è un impegno straordinario delle Rsu e delle direzioni aziendali nel tentativo di adottare anche ulteriori accorgimenti per prevenire focolai. Inutile nascondere la nostra preoccupazione sul futuro del settore manifatturiero se, nonostante l’impegno di tutti nel mantenere aperte le fabbriche, non riprenderà al più presto anche la vita sociale.

Noi non abbiamo mai smesso di svolgere la nostra attività. A partire dai prossimi giorni e per tutto il mese di dicembre svolgeremo un fitto programma di riunioni a distanza che, oltre a dare tutto il sostegno necessario alle nostre strutture territoriali, serviranno ad avere una conoscenza complessiva della situazione che vivono le nostre Rsu nelle aziende.

Recentemente abbiamo riallacciato i rapporti con le associazioni datoriali per riprendere gli incontri sui rinnovi contrattuali. In particolare abbiamo ricominciato a parlare con l’associazione datoriale più rappresentativa del sistema manifatturiero e metalmeccanico, Federmeccanica-Assistal.
Dopo il programma di iniziative conclusesi con lo sciopero del 5 novembre, la volontà di riprendere la trattativa è senza dubbio un primo risultato positivo. 

Era stata ipotizzata la data del 19 novembre per un primo appuntamento ufficiale, in realtà abbiamo svolto un incontro informale e preparatorio. Il 26 novembre, invece, potrebbe tenersi la trattativa ufficiale, in plenaria, con la presenza dei massimi vertici sindacali e di Federmeccanica-Assistal.

Quelli che seguiranno saranno quindi giorni importanti e decisivi per il futuro di un negoziato già difficile per antonomasia, figuriamoci in questo momento storico. Verificheremo se sussistono le condizioni per poter arrivare a una conclusione, oppure se sarà il caso di decidere quale tipo di iniziative mettere in campo per spostare la trattativa su basi diverse.

Tutta la nostra attenzione è concentrata su questo rinnovo contrattuale, perché dalla sua conclusione dipenderà anche quello con le altre associazioni datoriali del settore.

Sul fronte delle crisi aziendali ancora aperte il nostro impegno è costante. Tuttavia, ci sono alcune vertenze che in questo momento meritano attenzione, perché sono arrivate alcune scadenze inderogabili.

Continueremo a seguire la vicenda della Whirlpool di Napoli che per noi non è una trattativa chiusa. C’è bisogno di incalzare il Governo per conoscere quello che apprendiamo ormai a mezzo stampa. Il ministro Patuanelli ha fatto intravedere la possibilità che alcune aziende siano interessate al sito campano. Gli chiederemo conto per capire se c’è un reale interesse e in quale direzione si sta andando. 

Una delle vertenze sicuramente più interessanti è quella poi dell’ex Ilva. Il 30 novembre è una data importante, poiché in base all’intesa del 4 marzo scorso si attende un accordo tra ArcelorMittal e Invitalia sull’assetto di una ipotetica nuova società. L’ultimo incontro si è tenuto il 13 novembre scorso alla presenza di tre ministri del Governo, ma purtroppo non ha chiarito ancora una volta nulla sui possibili scenari futuri. Si è concluso con un aggiornamento al prossimo tavolo, senza però l’indicazione di una data formale. 

Noi continueremo incessantemente a sollecitare Governo e Invitalia e allo stesso modo incalzeremo l’azienda per sapere quello che sta succedendo negli stabilimenti, perché il clima che si continua a respirare è pesante. È iniziata anche una fase assembleare con i lavoratori organizzata da Fim Fiom Uilm per poter decidere quali sono le iniziative più idonee per riuscire a modificare questo stato di cose.

Dobbiamo scongiurare qualsiasi ipotesi verbale tra AMI e Invitalia che sposti ancora avanti la trattativa. Dobbiamo spingere per una presa di posizione che dica chiaramente quale sarà il destino della più grande acciaieria d’Europa.  

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