Scoppiato il caso Blutec

Il 12 marzo un gruppo di operai di Blutec, la fabbrica di Termini Imerese, ha forzato i cancelli entrando nello stabilimento per riunirsi in assemblea con i segretari di Fim Fiom e Uilm, dopo gli arresti del presidente e dell’amministratore delegato e il sequestro della società per sospette truffe ai danni dello Stato. Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi devono infatti rispondere della sparizione di una somma che si aggira tra i 20 e i 21 milioni che lo Stato, attraverso Invitalia, aveva affidato loro per il rilancio del sito industriale. “A pagare deve essere chi ha sbagliato e non i lavoratori che, già da anni, subiscono le conseguenze di colpe altrui”, ha subito chiosato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo che ha chiesto al governo di “convocare un incontro per affrontare e risolvere quello che è diventato, ormai, un grave problema sociale ed economico. Bisogna salvare stabilimenti e occupazione: è doveroso dare una prospettiva a centinaia di famiglie oltreché a un territorio già provato da tante ataviche difficoltà”.

SALVAGUARDARE I LAVORATORI
Confortanti a tal proposito le parole arrivate anche dal ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio: “Non abbandoniamo i lavoratori che sono le vittime di questa storia. Ho già dato mandato agli uffici del Ministero di contattare l’amministratore giudiziario per salvaguardare i livelli occupazionali”.
Nel frattempo però cosa succede? Una nota della stessa Blutec, in amministrazione giudiziaria, ha ribadito che “l’azienda continua a essere operativa. Sono attualmente in corso le attività di immissione in possesso della società e nelle prossime ore sarà cura dell’amministratore nominato prendere contatti con tutti gli stakeholders interessati, clienti, partner commerciali, fornitori, per garantire continuità del ciclo produttivo e tutela dei posti di lavoro”.

LA POSIZIONE DELLA UILM
La notizia dell’arresto dei vertici di Blutec ha spinto la Uilm a chiedere un incontro urgentissimo al ministero dello Sviluppo economico. “Non c’è più tempo da perdere – ha commentato il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, raggiunto al telefono dal Giornale Radio Rai –  i lavoratori di Blutec, molti dei quali purtroppo in cassa integrazione, hanno bisogno subito di risposte. Per questo è necessario un intervento urgente del governo”. Alle sue parole ha fatto eco Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto: “C’è un intero gruppo presente in più stabilimenti sul territorio nazionale che corre il rischio di essere travolto e un progetto di riconversione industriale di Termini Imerese che deve andare avanti. Ci sono centinaia di lavoratori coinvolti, dalla Sicilia al Piemonte, dall’Abruzzo alla Basilicata”.

LA VERTENZA
L’ultimo incontro al Mise risale al 5 marzo scorso, quando si doveva provare a sciogliere il nodo sul futuro dell’ex Fiat. Sul tavolo un presunto interessamento di due aziende cinesi. La vertenza Blutec è legata alla mancata attuazione del piano industriale sottoscritto al ministero e sul quale Invitalia ha, appunto, investito 20 milioni. A novembre l’azienda aveva presentato l’ennesimo piano di rilancio del polo palermitano che prevedeva l’occupazione di 694 lavoratori entro il 2020. Le cose però sono andate diversamente, e ormai lo sappiamo tutti. La solidarietà agli operai è arrivata anche dal premier Giuseppe Conte: “Era una situazione già molto delicata, adesso bisognerà lavorare per mettere in sicurezza i lavoratori”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *