Le sorti di Bekaert

È corsa contro il tempo per la Bekaert, l’azienda che a Figline Valdarno, in Toscana, produce cordicelle di metallo per pneumatici e che a giugno scorso ha annunciato la chiusura della fabbrica in soli 75 giorni. Sono 318 i dipendenti che entro il 3 ottobre attendono l’intervento promesso dal governo per ottenere almeno la cassa integrazione e ragionare su una eventuale reindustrializzazione. 
Il prossimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico è previsto per il 21 settembre. La cassa integrazione per cessazione è stata molto invocata nei giorni scorsi e il ministro Luigi Di Maio ha promesso di metterci presto una “toppa”. Più volte lo stesso ministro, infatti, ha sottolineato che “se ci fosse stato già in vigore il decreto dignità la Bekaert non avrebbe potuto delocalizzare”. 

LE INIZIATIVE
Nel frattempo come Uilm abbiamo messo in campo diverse iniziative di sensibilizzazione e i lavoratori di Figline sono stati per due volte ospiti a In onda, su La7, il programma condotto da Luca Telese.
Da giugno a oggi anche alcuni artisti hanno deciso di metterci la faccia: il 18 agosto intorno alle 11, chitarra in spalla, è arrivato Sting, figlinese d’adozione perché da anni possiede in zona una tenuta, “Il Palagio”, dove produce vini. Il cantante inglese ha ascoltato le storie degli operai e si è intrattenuto con loro cantando alcune delle sue hit più famose, insieme alla moglie Trudie. Fra le altre, anche “The last ship”, scritta per ricordare la chiusura del grande cantiere navale dove lavoravano il nonno e il padre a Wallsend, non lontano da Newcastle, dove lui abitava da bambino. Sting e la moglie hanno indossato la maglietta “Io sto con i lavoratori Bekaert”. La stessa t-shirt è stata fotografata indosso a Caparezza. Ma il tempo stringe, insieme a Fim e Fiom abbiamo proclamato uno sciopero di otto ore per venerdì 14 settembre a cui hanno preso parte anche il governatore della Toscana, Enrico Rossi, e il sindaco della Città metropolitana, Dario Nardella.

LA LETTERA A PIRELLI
In quello stesso giorno i lavoratori sono stati a Milano, per manifestare sotto la sede di Pirelli Spa, l’azienda che nel 2014 ha venduto tutto il settore dello steel cord a Bekaert Group, compreso il sito produttivo di Figline. A Pirelli abbiamo mandato anche una lettera unitaria, visto che Bekaert sostiene che la chiusura del sito, oltre ad una presunta e non dimostrata grave situazione economica dello stabilimento, sia dovuta al fatto che, come da loro riportato nella procedura di licenziamento collettivo del 22 giugno “I clienti sono sempre meno disposti rispetto al passato a pagare maggiorazioni di prezzo per i prodotti speciali”. Da ciò si evince che uno dei motivi della chiusura è imputabile all’atteggiamento dei clienti e che pertanto Pirelli è uno dei soggetti principalmente responsabili della chiusura.

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