In data 10 febbraio si sono riuniti il Coordinamento nazionale di Engie insieme alle Segreterie nazionali e territoriali con la Direzione aziendale del gruppo a seguito della richiesta d’incontro inviata in data 14 gennaio sul futuro della GBU Retail.
L’azienda ha dichiarato che sta valutando un possibile intervento per il rilancio del business, viste le criticità dello scorso anno. Engie sta pertanto procedendo alla perimetrazione dei rami d’azienda interessati, che vedranno coinvolti circa 500 lavoratori, che confluiranno in 2 nuove società, controllate al 100% da Engie Italia già costituite, operanti nelle Commodities e Home Service.
Il trasferimento delle lavoratrici e dei lavoratori avverrà attraverso cessioni di ramo d’azienda entro il primo semestre del 2025 e gli stessi manterranno invariati tutti i trattamenti economici e normativi in essere
Nonostante l’azienda intraveda in questo percorso una possibilità di rilancio della GBU che ha presentato criticità, come Organizzazioni Sindacali non possiamo non sottolineare la forte preoccupazione che l’ulteriore indebolimento del gruppo, con la creazione di ulteriori, più piccole, società – sebbene controllate – potrebbe essere causa di scenari complessi dati proprio dalla difficoltà e volubilità del mercato.
Fim, Fiom e Uilm hanno espresso la necessità di essere costantemente aggiornati circa l’evolversi degli eventi perché, ad oggi, Engie non riferisce quale sia il progetto che sta alla base di questa annunciata riorganizzazione aziendale e, soprattutto, perché non esclude l’eventuale vendita degli asset.
In questo senso Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto conto anche delle notizie uscite a mezzo stampa che riferiscono di interessamenti in merito ad eventuale acquisizione di A2A, ma l’Azienda ha risposto che non risulta esserci una trattativa in corso.
Nei prossimi incontri di aggiornamento, che saranno calendarizzati a seguito dello svilupparsi degli eventi, Fim, Fiom e Uilm si riservano di fare ulteriori valutazioni ma hanno chiarito da subito che tutte le azioni che Engie annuncerà nei prossimi confronti non potranno prescindere dalla tutela occupazionale, economica e normativa dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolte.
Fim, Fiom e Uilm hanno manifestato all’Azienda la propria preoccupazione per il futuro dei dipendenti poiché in caso fossero davvero ceduti entrambi gli asset, il gruppo ne uscirebbe fortemente ridimensionato sia in termini occupazionali che di opportunità di mercato.
Fim Fiom Uilm Nazionali