Consiglio Uilm Veneto; Palombella (Uilm): “Aumentare i salari e ridurre orario di lavoro per affrontare la transizione ecologica e digitale”

“Negli ultimi 30 anni i salari in Italia sono aumentati dello 0,3%. Allo stesso tempo in Germania e Francia +33%, in Inghilterra +50,5% e negli Stati Uniti +52%. Solo nel 2022, a causa dell’inflazione, in Italia i salari reali hanno perso 6 punti percentuali, oltre il doppio di quanto perso dalla media Ue. Occorre intervenire per invertire questa tendenza, dare più potere di acquisto ai lavoratori significa aiutare la nostra economia in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, oggi ancora di più a causa della guerra e dopo anni di pandemia”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, al Consiglio della Uilm Veneto.

“A questo dobbiamo aggiungere – continua – la necessaria riduzione dell’orario di lavoro, perché se non si è in grado di creare nuovo lavoro non ci resta che redistribuire quello che c’è. La transizione ecologica e digitale ci pone davanti un dramma enorme: circa 120 mila lavoratori a rischio nei prossimi anni. Il settore dell’automotive sarà quello principalmente impattato, lo abbiamo detto noi per primi al nostro Congresso ma sembra che si stiano svegliando tutti oggi”.

“Nel Veneto – spiega il leader dei metalmeccanici della Uil – nonostante le incertezze legate alla mancanza di materie prime e agli elevati costi energetici, ci sono richieste molto limitate di utilizzo della cassa integrazione. Tra le aziende principali la Wanbao ACC ha assunto 150 lavoratori e riavviato linee produttive nel vecchio stabilimento dove si produrranno scambiatori di calore. In Electrolux si è sottoscritto il 10 gennaio l’accordo per la gestione di 222 esuberi nel gruppo attraverso uscite volontarie e incentivate di cui 25 a Susegana”.

“Anche qui si fronteggiano situazione di crisi aziendali – continua Palombella – come per il gruppo PSC, che coinvolge 140 lavoratori, e delocalizzazioni come per Metalpress. Nel 2022 sono state registrate 200mila dimissioni volontarie solo in Veneto e un incremento progressivo delle famiglie a rischio povertà che sono 300mila”.
“Il nostro Paese – conclude – ha bisogno di una strategia industriale basata su progetti e investimenti strutturali in grado di salvaguardare i posti di lavoro e il grande patrimonio italiano”.

Ufficio Stampa UILM