“Il settore metalmeccanico ha un peso importante in tutta la Regione Lazio. Conta oltre 60mila metalmeccanici, di cui 50mila nella provincia di Roma. Parliamo di grandi realtà industriali, ma anche di numerose piccole e medie aziende nei settori dell’erospazio, dell’elettronica e dell’informatica, dell’installazione di impianti. In provincia di Roma non ci sono situazioni di crisi strutturali, ma nella provincia di Frosinone invece la situazione Stellantis è grave, mancano le commesse e assistiamo continuamente a stop produttivi”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Il fatto che Stellantis – aggiunge il leader Uilm – che occupa il 70% della forza lavoro nella Provincia, stia costringendo i propri dipendenti diretti a svolgere lavori che prima erano appaltati a terzi rappresenta un ulteriore segno di una crisi che non è solo legata alla riduzione dei posti di lavoro, ma anche al cambiamento radicale dei modelli di gestione e di valorizzazione delle risorse umane. La situazione non è più rosea in altre realtà, tan’è che è in atto uno sciopero a oltranza organizzato dal 18 novembre in Teknosercvice, Logitech, De Vizia e Trasnova”.
” A Latina – sottolinea Palombella – il tessuto industriale è costituito per la maggior parte da piccole e medie imprese con eccezioni come Leonardo, Slim Aluminium, Sicamb, Aviointiriors. Nel territorio, il settore metalmeccanico continua a soffrire dell’aumento dei costi energetici, le aziende hanno difficoltà a sostenere tali costi e spesso sono costrette a modificare le turnazioni, per avere sconti sulle bollette. In questa situazione, le aziende continuano a fare richieste di cassa integrazione”.
“Per tutti questi motivi – conclude Palombella – il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal è di fondamentale importanza. La trattativa ha subito uno stop a causa di divergenze importanti tra noi e la parte datoriale, che invece di discutere della nostra piattaforma ne ha presentata una completamente diversa. Per questo abbiamo dichiarato otto ore di sciopero nelle aziende che applicano il CCNL. Più salario e meno orario servono per restituire ai lavoratori dignità e la possibilità di conciliare finalmente i tempi di vita e di lavoro. Chiediamo 280 euro di incremento salariale medio nel triennio e la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali. Siamo più determinati di sempre – conclude – il rinnovo del contratto deve servire ancora una volta a rilanciare il nostro settore metalmeccanico con coraggio e senza paura”.
Ufficio Stampa UILM