“Negli ultimi 15 anni, Torino ha subito una perdita di oltre 35mila posti di lavoro tra ex lavoratori Fiat e aziende dell’indotto e della componentistica. La città, che nel 2024 si è confermata come la più cassaintegrata d’Italia con oltre 32 milioni di ore di Cig, è in netta emergenza occupazionale. Le ore di ammortizzatori sociali sono cresciute del 151%, superando le 17 milioni di ore, un dato che non si registrava dal 2021, segno di un settore in forte difficoltà. La filiera manifatturiera automotive ha subito un incremento di 13 milioni di ore rispetto al 2024, con oltre 9,5 milioni di ore destinate a Stellantis e al suo indotto”. Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.
“Attualmente – aggiunge – la produzione di Stellantis in Italia è di 475mila veicoli in tutto il 2024, con un drastico calo rispetto ai 751mila del 2023. La situazione più critica riguarda lo stabilimento di Mirafiori con circa 12mila dipendenti complessivi e una riduzione di produzione del 70%. La produzione di Maserati a Mirafiori, recentemente spostata a Modena, si limita ormai a circa 300 vetture, con i lavoratori in rotazione”.
“Nel settore automotive piemontese – spiega Palombella – negli ultimi dieci anni si sono persi circa 18mila posti di lavoro. La crisi si acutizza, con Magne Lighting e Yazaki tra le aziende più colpite, entrambe con licenziamenti in corso o annunciati. Il settore sta già facendo i conti con gli effetti immediati sull’occupazione e sulla tenuta dell’intero tessuto industriale locale”.
“In questa situazione – ribadisce il Leader Uilm – rinnovare i contratti, sia il CCSL per quanto riguarda Stellantis, CnhI, Ferrari e Iveco, sia i diversi CCNL, è fondamentale per rilanciare il settore. Occorre ricostruire una prospettiva di crescita e sviluppo, puntando su innovazione e tutela dei diritti. È il momento di dare più salario ai lavoratori che che custodiscono il cuore pulsante del sistema industriale italiano”.
“A Stellantis e al nuovo amministratore delegato Filosa, chiediamo di rilanciare la produzione di auto in Italia, con un equilibrio tra obiettivi di sviluppo e tutela occupazionale. L’Italia ha bisogno di un settore automotive forte, competitivo e capace di creare speranza e lavoro stabile”, conclude Palombella.