“Abbiamo voluto cogliere questa occasione congressuale innanzitutto per riprendere il rapporto con i lavoratori e abbiamo messo al centro i temi della deindustrializzazione e della transizione ecologica. Oggi purtroppo la politica non affronta più i problemi e la vertenza Whirlpool ne è un esempio lampante. Noi vogliamo rimetterla in discussione, comprese tutte le altre vertenze che rischiano di far diventare il nostro un Paese che ha smarrito la sua vocazione industriale”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Siamo diventati dipendenti da altri in tutto e per tutto – continua – ma la salvaguardia industriale deve essere invece la nostra occasione di riscatto e quella occasione è adesso. Dopo la pandemia, la guerra ha reso l’Italia uno dei Paesi più vulnerabili in Europa. La povertà incombe, la mancanza di un lavoro duraturo e sano rischia di farci arretrare se non mettiamo in campo soluzioni”.
“Questo territorio ha un grande patrimonio industriale fatto di aziende come Fincantieri, che dopo anni di investimenti mancanti ora garantisce impegni concreti per il sito di Castellammare, Hitachi Rail, Stellantis e Leonardo. In particolare, Leonardo – aggiunge Palombella – in questi anni ha rappresentato una certezza, ora deve rendersi conto che non si può vivere di rendita ma servono strategie industriali che non mortifichino i risultati ottenuti qui in Campania o in altri territori. Noi abbiamo combattuto per le aerostrutture, combattiamo per il sito di Giuliano che il Gruppo vuole accorpare a quello di Fusaro. Occorre dare una risposta concreta ai lavoratori e salvaguardare tutti i livelli occupazionali. Continueremo a svolgere il nostro ruolo, difendere questi stabilimenti vuol dire difendere il Gruppo”.
“La transizione ecologica – conclude il Segretario generale Uilm – è ormai una realtà e il settore dell’automotive ha ormai preso quella direzione. La data per il passaggio all’elettrico non è più derogabile, ormai il mercato mondiale è orientato verso il 2035. Non vogliamo dal Governo soluzioni tampone, vogliamo decisioni forti. Il nostro Paese è fortemente legato al settore dell’auto con il 13% del Pil, 250mila posti di lavoro e una intera filiera che si protegge solo ed esclusivamente con progetti seri e concreti sul futuro”.
Ufficio Stampa Uilm