Si è svolta questa mattina a Roma l’assemblea della Uilm nazionale con il chiaro intento, da un lato, di fare una verifica delle vertenze più importanti che interessano il settore metalmeccanico; e, dall’altro, di affrontare il tema dei rinnovi contrattuali a partire da quello Federmeccanica-Assistal in scadenza alla fine dell’anno.
Il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, nella sua introduzione ha fatto il punto della situazione industriale che vive il Paese e affrontato alcuni temi-chiave come quello del salario minimo, di cui si parla tanto in queste ore. “Le 9 euro lorde sono un valido riferimento per quei lavoratori non coperti da contrattazione – ha detto – ma possono diventare una grossa insidia e un’uscita legalizzata da parte delle aziende dai contratti nazionali”.
Palombella ha poi ricordato come il settore metalmeccanico continui a registrare numeri allarmanti: i dati sulla produzione di aprile mostrano un calo dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2018 e, anche su base annua, c’è una contrazione dell’1,5%. In particolare, a trainare in negativo tutta l’industria manifatturiera, è il settore dell’auto: la produzione di automobili in Italia nel mese di aprile è calato del 22% rispetto allo stesso mese del 2018 e nel primo trimestre la flessione è stata del 19%.
“In questi anni – ha commentato il leader della Uilm – il nostro settore è quello che ha pagato più di tutti il prezzo della crisi: abbiamo perso 300mila posti di lavoro. Negli ultimi due mesi si è passati da 138 a 150 tavoli di crisi al ministero dello Sviluppo economico che coinvolgono circa 210.000 lavoratori”.
A tal proposito, è recente la “doccia fredda” sull’ex Ilva di Taranto con l’ok della Camera al Decreto Crescita che, se approvato anche al Senato, cancellerà l’art. 2 della Legge del gennaio 2015 escludendo la responsabilità penale e amministrativa di ArcelorMittal nel periodo di durata del piano ambientale. “In effetti – ha detto Palombella – Luigi Di Maio con questa decisione sta cambiando il quadro normativo del contratto sottoscritto da Mittal. La vicenda dell’Ilva è la rappresentazione reale di come sulla pelle di migliaia di lavoratori si gioca il consenso elettorale. Se davvero dovesse succedere quello che ha minacciato ieri Geert Van Poelvoorde, ovvero la chiusura dello stabilimento di Taranto il prossimo 6 settembre, sarebbe un vero ‘capolavoro’ visto che Mittal in un colpo solo eliminerebbe un suo competitor dopo averne praticamente rubato il mercato”.
E su Whirlpool il Segretario si è detto “moderatamente fiducioso” visto che “dopo tante iniziative di lotta, si è aperto uno spiraglio e, durante l’ultimo incontro al Ministero, per la prima volta non si è parlato di chiusura. Noi siamo pronti ad affrontare il tema della competitività e dell’abbassamento dei costi, ma con un unico obiettivo: il sito di Napoli deve continuare a produrre lavatrici senza perdita di posti di lavoro”.
Infine, l’assemblea ha elaborato la piattaforma sul prossimo rinnovo del CCNL dei metalmeccanici che verrà ora sottoposta a Fim e Fiom con l’obiettivo, si spera, di presentarsi uniti a Federmeccanica e iniziare la discussione di merito.
Tra i punti salienti della proposta vi è la richiesta di aumenti economici nel periodo 2020-2022 pari mediamente all’8% degli attuali minimi contrattuali; la conferma della parte relativa al welfare aziendale date le positive esperienze di mètaSalute e Cometa; il tema degli inquadramenti professionali su cui serve una reale riforma; norme più rigide per il rispetto del vincolo delle 24 ore di formazione obbligatorie per tutti; un ripensamento dei nuovi regimi orari legati alle nuove tecnologie e industria 4.0 e in ultimo, ma di prioritaria importanza, il tema della salute e sicurezza con l’individuazione di precisi strumenti in grado di affrontare il fenomeno degli infortuni gravi e mortali.
Ufficio stampa Uilm