AM Italia, utile il primo confronto, ma la gestione del Piano di rilancio ancora da chiarire

Si è tenuto, nella giornata di ieri 30 gennaio 2019 presso la sede nazionale di Confindustria a Roma, il primo incontro fra le Organizzazioni sindacali ed il management di ArcelorMittal Italia dopo i primi 3 mesi di gestione dal subentro in ILVA.

La Direzione aziendale di AMI ha illustrato il difficile scenario di mercato, fortemente condizionato dall’introduzione dei dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio, e l’altrettanto difficile condizione di acquisizione ordini rispetto agli obiettivi prefissati.

AMI ha inoltre, sinteticamente riportato un aggiornamento sullo stato di attuazione degli interventi previsti dal Piano Ambientale che, al momento, sarebbero complessivamente in linea con gli impegni assunti con l’Addendum allegato all’accordo sindacale del 6 settembre 2018.

L’azienda ha riconfermato l’obiettivo di arrivare ad una produzione di acciaio colato di 6 milioni di tonnellate entro il terzo trimestre dell’anno in corso, e l’approvvigionamento di bramme dagli altri siti AM per far fronte agli obiettivi “di spedito” da raggiungere.

Nel corso della riunione è stato illustrato il Piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria realizzati, il Piano di Formazione e quello per la riduzione degli infortuni secondo le best practices del gruppo ArcelorMittal; su quest’ultimo tema, abbiamo chiesto di condividere tutte le iniziative che l’azienda metterà in campo con le RSU, RLS e strutture sindacali territoriali ed il supporto degli Enti ed Organismi istituzionali preposti alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Infine, AMI ha presentato la situazione dettagliata dei passaggi dei lavoratori da ILVA: l’azienda ha dichiarato una forza lavoro al 1.1.2019 di 10287 rispetto ai 10380 minimi previsti dall’accordo sindacale.

La Uilm valuta positivamente l’apertura del confronto con il management di AMI per la gestione del Piano di rilancio dell’ex ILVA.

Occorre quanto prima costruire un nuovo sistema di Relazioni Industriali che consenta di individuare le regole di un confronto costruttivo, in particolare a livello di sito, in grado di poter dare le risposte necessarie ai lavoratori interessati da questo grande processo di riorganizzazione e di rilancio del gruppo siderurgico italiano.

Sono ancora diversi i temi su cui è necessario proseguire quanto prima il confronto con il management di AMI per una discussione su:

  • Verifica di un Piano Industriale “definitivo” con obiettivi industriali (volumi e mix prodotti) ed economico-finanziari;
  • Verifica nel dettaglio della nuova organizzazione del lavoro e la ricollocazione delle professionalità rispetto alle attività nel passaggio da Ilva ad AMI;
  • Verifica dell’implementazione degli organici rispetto alle risalite produttive ed il riavvio di impianti, a partire dal “tubificio” di Taranto il cui il numero di lavoratori integrati si dovrà aggiungere agli 8200 minimi già previsti dall’accordo;
  • Verifica della tipologia ed i volumi di attività interne ed esterne a supporto della produzione e la conseguente strutturazione dell’indotto.

Per la Uilm l’obiettivo del completo riassorbimento dei lavoratori in ILVA A.S. resta un aspetto imprescindibile del piano di rilancio di AMI, oltre a rappresentare un elemento di equilibrio e stabilità del clima territoriale.

Abbiamo già avanzato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di una verifica dell’accordo del 6 settembre 2018 per verificare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica del sito di Taranto spettanti ad Ilva in A.S. ed il relativo impiego dei lavoratori in CIGS nelle suddette attività.

Uilm nazionale