Acciaierie Italia; Palombella-Gambardella (Uilm): “No alla cigs, riaprire discussione al MIMIT sul destino dell’ex Ilva”

“Senza certezze per il futuro, continuano a non esserci giustificazioni per la richiesta di prosecuzione di cassa integrazione straordinaria per 3 mila lavoratori, di cui 2.500 a Taranto. Chiediamo al Ministro Urso di riaprire una discussione seria e concreta al MiMIT sul destino del gruppo siderurgico. Consideriamo, inoltre, grave l’assenza di rappresentanti del MIMIT nell’incontro convocato oggi dal Ministero del Lavoro”. Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, e Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale, al termine dell’incontro in videoconferenza convocato dal Ministero del Lavoro per l’ex Ilva.

“Riteniamo – sottolineano Palombella e Gambardella – che l’assenza di una prospettiva industriale ed ambientale non consenta di giustificare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in Acciaierie d’Italia. Nonostante le positive condizioni di mercato e i 680 milioni di euro di fondi pubblici, la gestione del più grande gruppo siderurgico italiano continua ad essere disastrosa a scapito dei lavoratori che subiscono l’impatto della cassa integrazione e che devono vivere di sussidi. Come si può continuare a chiedere la cassa integrazione se gli impegni annunciati lo scorso anno non sono stati rispettati? Qual è l’ostacolo che non consente la risalita produttiva a sei milioni di tonnellate? Dall’azienda non abbiamo ricevuto mai una risposta concreta”.

“Invece di discutere di cassa integrazione – continuano – noi vorremmo discutere di piani di rilancio industriale ed ambientale, parlare di lavoro, parlare di come migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche, in sintesi, parlare di un futuro migliore e non soltanto di una precaria quotidianità”.

“Mentre l’azienda continua a dichiarare di voler investire, come nel caso dell’Afo 5, e di voler aumentare la produzione, arrivando a 4 milioni quest’anno, la realtà però è diversa ed è drammatica. Registriamo una produzione minima, due altoforni in marcia su tre disponibili, l’acciaieria 1 a metà servizio, l’acciaieria 2 fermata stanotte e gli impianti di verticalizzazione in gran parte chiusi. Si rischia di arrivare ben al di sotto delle previsioni produttive, come accaduto lo scorso anno” proseguono.

“Ora la discussione la vogliamo affrontare complessivamente ed il tavolo preposto è quello del MiMIT – concludono – Il ministro Urso convochi le parti e indichi la strada giusta per dare certezze ai 20 mila lavoratori interessati da questa vertenza”.

Ufficio Stampa UILM