Acciaierie d’Italia; Gambardella (Uilm): senza garanzia occupazionale, mancano presupposti per cigs

“L’incontro odierno non ha fugato le nostre preoccupazioni sulle prospettive occupazionali e industriali dell’ex Ilva. Continuiamo a essere perplessi sulla richiesta di cassa integrazione per il numero di 3mila addetti che, a nostro avviso, sarebbe finalizzata esclusivamente a una riorganizzazione per il ridimensionamento complessivo del gruppo siderurgico, e su questo non siamo d’accordo”. Così Guglielmo Gambardella, coordinatore del settore siderurgia.

“Con l’accordo del settembre 2018 – continua – furono già dimensionati gli organici a 10.700 addetti, per il raggiungimento del break even, sulla base di un volume produttivo a 6 milioni di tonnellate senza Afo 5 e successivo incremento a 8 milioni con il riavvio di quest’ultimo per il reintegro dei lavoratori in AS”.

“Se l’azienda intende superare la fase congiunturale – spiega Gambardella – dovuta all’incremento del costo dell’energia, alle difficoltà finanziarie e al reperimento delle materie prime, occorre trovare altre soluzioni. Se invece l’azienda intende cambiare il piano industriale condiviso in sede ministeriale nel 2018, esca allo scoperto, ne faccia richiesta e si confronti al MiSE con i sindacati e il socio Invitalia, in rappresentanza del governo, dichiarando che intende licenziare quasi 5mila lavoratori”.


“Noi invece – continua il sindacalista – diciamo che mai come in questo momento, con la necessità di ghisa e acciaio primario, c’è bisogno di tutte le forze per accelerare la risalita produttiva dell’unico sito siderurgico italiano a ciclo integrale. Ce lo chiede il nostro sistema industriale, ce lo chiede il Paese, ce lo chiedono i lavoratori dell’ex Ilva e delle ditte degli appalti che da troppo tempo soffrono per le mancate decisioni.

“Andrea Bianchi, del ministero del Lavoro, ha chiesto all’azienda di confrontarsi a livello territoriale su organici, investimenti e volumi produttivi tenendo in considerazione il percorso dell’intera vicenda, con la promessa di una nuova convocazione al Ministero del Lavoro entro 10 giorni”, conclude Gambardella.

Ufficio stampa Uilm