La festa provinciale della Uilm di Pisa con Palombella – dal portale ‘Valdera.it’

RASSEGNA  STAMPA
Uilm Nazionale

“Festa provinciale Uilm, focus sul lavoro”


Benedetto Benedetti

Il segretario Benedetti ha parlato della crisi della Piaggio in Valdera: “Nel 2009 si producevano 300mila veicoli, oggi 130mila”

PONTEDERA — La seconda Festa provinciale Uilm si è svolta tra venerdì e oggi al centrum Sete sois sete luas in viale Piaggio. All’inaugurazione di venerdì hanno partecipato anche Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm, l’onorevole Giacomo Benamati del Pd e Simone Milozzi, sindaco di Pontedera.

Ad accogliere i numerosi iscritti al sindacato è stato il segretario provinciale Benedetto Benedetti che ha salutato le persone presenti con un discorso in cui ha parlato di varie questioni, partendo dalla Piaggio: “Un sindacato che per sua vocazione e missione, vuole cercare il dialogo per affrontare i seri problemi di un intero territorio in cui la situazione industriale e di conseguenza occupazionale è preoccupante. Questa preoccupazione nasce dal calo del mercato delle due ruote, calo ormai iniziato da qualche anno e che solo nel 2016 vede spiragli di ripresa, sia per gli scooter che per le moto”.

Le preoccupazioni secondo Benedetti sono dovute non solo alla crisi generale maalle scelte che ha fatto in questi ultimi anni il Gruppo Piaggio ovvero “delocalizzare le lavorazioni nei Paesi del sud est asiatico, con un forte calo di produttività del sito di Pontedera che dal 2009 al 2015 è passato da 300mila unità prodotte/anno a 130 mila l’anno”.

Benedetti ha espresso forti preoccupazioni anche sul futuro e sulla situazione contrattuale dei circa 2700 dipendenti rimasti a Pontedera e sull’indotto: “C’è preoccupazione anche per il ricorso negli ultimi due anni agli ammortizzatori sociali ed il contemporaneo disimpegno dell’Azienda negli investimenti per la ricerca e lo sviluppo di modelli da produrre a Pontedera. Le linee di montaggio, al di là, di qualche pennellata di vernice sono ormai vecchie, sia strutturalmente che concettualmente e non sono neanche flessibili, non permettendo la produzione di modelli diversi sulla stessa linea. Per non parlare dell’indotto Piaggio che ormai è da considerarsi quasi sparito, ormai abbandonato, aziende come la Ghiara Meccanica (40 dipendenti); la BIB (arrivata ad avere fino a 120 dipendenti), quelle che non hanno chiuso sono state costrette a ridurre di molto gli organici: Pieracci meccanica da 120 a circa 40 dipendenti, le Officine Ristori a novembre non avranno più a disposizione ammortizzatori sociali da sfruttare, la TMM che ha 90 dipendenti e riesce a far lavorare a mala pena 40 addetti , perché forse ha commesso in passato l’errore di focalizzare il business unicamente su Piaggio senza guardare al Mercato e diversificare la clientela”.

“Per questo motivo – ha concluso Benedetti – crediamo che sia giunto il momento che tutti, in modo unitario e coeso facciano la loro parte, a cominciare dal sindacato metalmeccanico.Tutti significa anche il coinvolgimento dellapolitica locale che ormai da troppo tempo sta sottovalutando la delocalizzazione della Piaggio che, attenzione, è corretta per un’azienda che vuole diventare multinazionale ma che deve comunque passare per il mantenimento e lo sviluppo dei siti produttivi storici. Noi siamo per una Piaggio che produce e vende in Asia per l’Asia, ma quello che viene prodotto in Italia va venduto in Italia”.

Ufficio Stampa Uilm
Roma, 25 giugno 2016